La massa dei poveri

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50 anni dopo la morte di Stalin, 15 anni dopo la perestroika, 11 anni dopo la scomparsa dell'Urss, dove va la Russia ? - Cercle Léon Trotsky
25 aprile 2003

Quanto ai lavoratori, alcuni se la cavano un po' meno male, nelle poche imprese che esportano, soprattutto delle materie prime. Ma la gran massa dei salariati delle imprese industriali o agricole, e quelli dei servizi destinati alla popolazione, percepiscono salari miseri, quando vengono pagati.

Se a Mosca il salario medio di tutte le categorie messe insieme si avvicina a 500 euro al mese, molti lavoratori prendono molto meno, cominciando dall'ex centinaia di migliaia di provinciali o di immigrati delle repubbliche dell'ex Urss che ci vivono senza il diritto di residenza, a Mosca come nelle grandi città dove questi paria sono la preda degli sfruttatori di ogni genere. E nel resto del paese, i salari ben di rado superano 100 euro. Quanto ai milioni di lavoratori che la disorganizzazione dell'economia ha lasciati senza reddito stabile , ben pochi percepiscono indennizzi, comunque irrisori.

Lontano dai grandi centri, ne risulta una miseria materiale e addirittura fisiologica, tra l'altro nel Nord, l'estremo oriente, e quasi la totalità della Siberia, cioè in più di tre quarti del territorio, da cui quelli che lo possono cercano di scappare. Ci si aggiungono le mille forme di miseria morale prodotte dalla regressione sociale, con l'enorme regresso di ciò che serve d'educazione per i figli delle classi popolari, con la cultura ormai a prezzi inaccessibili nelle grandi città e in completo abbandono da tutte le altre ; con l'appoggio dato dai dirigenti politici alla Chiesa ortodossa che si arricchisce in vari traffici e incrosta i pori della vita sociale.

E poi c'è il deterioramento di pezzi interi della società, con la delinquenza come modo di sopravvivenza, il traffico di droga, la prostituzione, tra cui quella dei bambini. Si vedono risorgere con forza costumi e pregiudizi medievali, il giogo del patriarcato, una maggiore oppressione delle donne. E questo non solo in alcuni popoli periferici che la società sovietica aveva fatto sfuggire al loro arretramento, ma un po' dappertutto.