La guerra di Bush non è la nostra guerra

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Da Lutte Ouvrière e da "Lutte de Classe n° 60 (La guerra di Bush non è la nostra guerra)
Ottobre 2001

Il presidente americano George Bush, d'accordo col primo ministro socialista inglese Tony Blair e con il consenso complice dei dirigenti politici francesi, ha deciso il bombardamento delle principali città dell'Afghanistan. Questo è secondo loro una risposta agli attentati di New York e Washington. Ma come si potrebbe cancellare l'orrore dei massacri di civili americani, che non erano affatto responsabili della politica dei loro dirigenti, con altri massacri di civili, afgani questa volta, che anche loro non erano affatto responsabili degli attentati terroristici, e neanche dell'aiuto dato a Ben Laden dal regime dei Talebani ?

D'altra parte bisogna anche non dimenticare che questi Talebani e questo Ben Laden, che oggi le grandi potenze mostrano a dito, sono stati portati al potere con l'aiuto dei dirigenti americani. Questi l'hanno fatto in piena coscienza, senza ignorare che sarebbero divenuti i carcerieri e i tiranni del popolo afgano, delle donne afgane, e anche di tutti quelli che, in questo paese, osavano rifiutare di piegarsi di fronte all'oscurantismo.

Ci dicono che i bombardamenti americano-inglesi sarebbero mirati, chirurgici . Si vide il significato di questo termine durante la guerra del Golfo contro l'Iraq : una popolazione civile vittima delle armi delle grandi potenze, costose e sofisticate macchine permettendo di bombardare da qualche migliaia di metri d'altitudine o di lanciare missili da basi situate a migliaia di chilometri dal loro obiettivo. E se non si raggiungeva esattamente l'obiettivo, si parlava di rischi collaterali .

Si conosce anche il risultato di questi bombardamenti sull'Iraq : il dittatore Saddam Hussein è sempre in posto, e anche il suo esercito. Ma centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini sono morti sotto le bombe, senza neanche parlare di tutti quelli che sono morti in seguito, vittime dell'embargo imposto dalle grandi potenze.

Anche prima dei bombardamenti americano-brittanici, la popolazione afgana era già vittima delle minacce americane. Masse di bambini, di donne, di anziani hanno già dovuto fuggire davanti alla minaccia dei bombardamenti e tentare di raggiungere le centinaia di migliaia di loro connazionali nei campi dove sono raggruppati da tanti anni, per scappare alla miseria e alla carestia che divampava da loro, senza che finora le grandi potenze se ne preoccupino minimamente.

Mentre manda delle bombe, Bush ha il cinismo di ordinare il lancio di qualche tonnellata di cibo, che forse permetterà ad alcuni di sopravvivere, alcuni giorni o alcune settimane. E Chirac ha osato promettere, dopo i bombardamenti, di fare tutto per lo sviluppo dell'Afghanistan !

I dirigenti imperialisti pretendono difendere la libertà e la democrazia, mentre oggi cercano di appoggiarsi sui capibanda rivali dei Talebani, che non sono né più democratici, né più rispettosi delle libertà che questi ultimi.

Pretendono, col loro intervento, agire per sradicare il terrorismo. E' il contrario ! Con questi bombardamenti i dirigenti dei paesi imperialisti non fanno altro che aggravare la frattura tra i cosiddetti paesi ricchi -questi paesi dove si trovano miliardari tanto ricchi, perfino molto più ricchi, quanto un Ben Laden e ben più potenti di lui- e i paesi dove la miseria più profonda è la sorte della maggioranza della popolazione. Ricordiamoci che i paesi europei, e particolarmente la Francia, sono tra i primi fabbricanti d'armi.

No, la guerra in cui vogliono impegnarci Bush, Blair, Chirac, Jospin, non è la nostra guerra. Questa guerra è diretta contro i popoli. Contro i popoli d'Afghanistan, d'Iraq, di Palestina, e in generale contro tutti i popoli dei paesi poveri che sono mantenuti nella miseria e l'oppressione. Ma i lavoratori di qui ne subiranno anche loro gli effetti, fosse solo con la crescita dell'insicurezza.

Bisogna rifiutare di seguire Bush, Blair, Chirac ed altri guerrafondai che, con i loro bombardamenti, non fanno altro che scavare ancora di più il fossato di sangue tra i popoli !

(Editoriale di Lutte Ouvrière del 12 ottobre 2001)