Un dibattito movimentato al Parlamento europeo

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Da "Lutte Ouvrière" (Un dibattito movimentato al Parlamento europeo)
28 gennaio 2000

La verità a proposito di un voto

"E' mancato poco perché il Parlamento europeo facesse la rivoluzione, il giovedì 20 gennaio : sono mancati solo sei voti per pronunciarsi a favore della tassazione dei movimenti di capitali speculativi, cara a James Tobin, premio Nobel ed ex consigliere economico del presidente americano Jimmy Carter".

Anche nell'universo politico conformista e discretamente filosocialista del giornale Le Monde, parlare di rivoluzione a questo proposito mostra una forte ose di fantasia da parte del redattore.

La realtà e molto più prosaica

Il gruppo parlamentare GUE/NGL, di cui fa parte il PCF ed al quale sono associati i deputati LO/LCR, ha fatto una proposta di risoluzione con tonalità critica rispetto al sistema finanziario, con lo scopo di "invitare la Commissione a proporre l'instaurazione e l'applicazione di una tassa sui movimenti di capitali a breve termine (tipo Tobin Tax) che hanno effetti destabilizzanti sulle economie e sono sconnessi dall'economia reale". Questo'"invito" era completato da alcune considerazioni sull'utilità di altre... "azioni per combattere la circolazione di capitali del tutto speculativi, quali il controllo delle operazioni di cambio, la soppressione dei flussi finanziari in provenienza o a destinazione dei paradisi fiscali... un rimaneggiamento totale delle regole del sistema finanziario internazionale".

Si trattava ovviamente di una raccomandazione senza conseguenze poiché il Parlamento europeo non ha né il potere, né la volontà politica di decidere e applicare, nemmeno una tassa così irrisoria come la Tobin Tax. Può solo "invitare" la Commissione europea, di cui ricordiamo che è nominata, dai governi, ad accettare di rispondere favorevolmente alla sua supplica.

Ma il Parlamento non ha neanche avuto bisogno di pronunciarsi su questa proposta del GUE/NGL : la presidenza del gruppo ha cercato di elaborare un compromesso insieme al gruppo socialista, ai Verdi, ma anche a deputati della destra, tra i quali gli amici del dirigente della destra gollista, Pasqua. La suddetta risoluzione di compromesso, per riprendere la sua stessa espressione, "prende nota del processo di riforme del sistema finanziario internazionale impegnato nell'ambito dell' FMI, del Comitato di Basilea e di altre organizzazioni quale il G7" e "pone l'accento sull'importanza cruciale che riveste la necessità di formulare un quadro regolamentare e prudenziale capace di garantire il funzionamento dei mercati finanziari globalizzati, liberati dai loro eccessi". Per realizzare questo, la risoluzione di compromesso "si augura che, in tale contesto, la Commissione stabilisca entro sei mesi, un rapporto rispetto all'interesso e la fattibilità di un testo sui movimenti di capitali speculativi internazionali - esaminando tra l'altro con quali condizioni concrete l'introduzione di una tassa di questo genere potrebbe essere esaminata".

Non è strano che, con un testo di questo genere, la risoluzione di compromesso presentata dal socialista Harlem Désir, abbia ottenuto, in più dei voti socialisti e di quelli dei Verdi, quelli di 27 deputati della destra, tra cui quelli di una parte del gruppo Unione per L'Europa delle nazioni, di cui fa parte Pasqua (e con il voto dello stesso Pasqua), e quelli di Bayrou e Lamassoure (esponenti della destra liberale francese). Ecco dunque gli attori di questa "rivoluzione" che "è mancato poco che si producesse" davanti agli occhi sbalorditi del giornalista di Le Monde. Malgrado la sua moderazione e l'appoggio di una parte della destra, la supplica rivolta alla Commissione, in ogni modo non è stata neanche sentita dal rappresentante della Commissione al Parlamento, il quale ha ricordato aspramente nel corso dei dibattiti che anche la Commissione non è autorizzata a decidere di questo tipo di tassa perché "è contraria al Trattato di Roma che garantisce la libera circolazione dei capitali".

Ebbene sì, le deputate di Lutte Ouvrière non hanno dato il loro voto a questa buffonata e hanno votato contro, mentre Krivine si asteneva.

I mass media influenzati dai socialisti e dal PCF hanno fatto finta di essere sorpresi dal fatto che le nostre rappresentante non abbiano accettato il grande spirito di consenso che regna nel Parlamento europeo. In realtà, avrebbero potuto stupirsi in altre occasioni durante i sei mesi scorsi sin dalla nostra elezione, che senz'altro hanno destato in loro meno interesso. E soprattutto, avranno tante altre occasioni di stupirsi nel futuro.

Le nostre deputate non sono state elette per appoggiare il sistema capitalistico ma per rappresentare la voce dei lavoratori in questa sede. E non abbiamo l'abitudine di difendere una politica presso ai lavoratori e alla popolazione, e di votare il contrario nelle istituzioni nelle quali siamo eletti.

Bisogna tuttavia notare che, tra i 42 deputati della GUE, solo 28 erano presenti per votare. Anche se si tiene conto dei 5 deputati LO-LCR, rimane lo stesso che sono mancati all'appello 9 deputati per questo voto così "rivoluzionario". Nello stesso modo, c'erano solo 40 votanti su 45 dai Verdi e solo 128 su 180 nel gruppo socialista.

Le spiegazioni di voto di arlette laguiller

Le elette di Lutte Ouvrière voteranno contro la risoluzione di compromesso sulla tassazione dei movimenti di capitali. Questa risoluzione, col pretesto nello stesso tempo irrisorio e utopico di "stabilizzare" il sistema finanziario internazionale e di "liberarlo" dai suoi eccessi, afferma innanzittutto che il suo obiettivo è di preservarlo. La prospettiva nostra invece, è di liberare l'umanità, non solo dagli eccessi del sistema finanziario mondiale, ma anche dallo stesso sistema finanziario e dall'organizzazione capitalistica dell'economia di cui è una parte essenziale.

Non c'è soltanto il capitale speculativo a breve termine sui mercati finanziari a rappresentare uno spreco immenso per la società, dal punto di vista sia materiale, sociale che umano : c'à il capitale in quanto tale.

I licenziamenti e le soppressioni di posti di lavoro in corso, dalla Michelin all'Alstom, nella quasi totalità delle grandi imprese, perfino in attivo, d'Europa, solo allo scopo di aumentare il corso delle loro azioni in Borsa : è questa speculazione o attività normale del capitale ?

Se una risoluzione avesse proposto chiaramente l'instaurazione della Tobin Tax, non avremmo votato contro, affinché il nostro voto non venga scambiato per quello di beati ammiratori del sistema capitalistico che considerano un'insulto ogni tassa sul grande capitale. Da parte nostra, l'obiettivo politico che proponiamo alle classi lavoratrici è di imporre forte tasse non solo sui capitali speculativi, ma anche sui profitti di tutte le grandi imprese capitalistiche, ed anche sulle fortune private della classe ricca, affinché il denaro così concentrato tra le mani dello Stato possa servire a creare posti di lavoro utili nei servizi pubblici.

Ma l'irrisoria Tobin Tax non è affatto una misura di giustizia sociale, non intralcerebbe gli speculatori e invece di ostacolare lo spreco e le ingiustizie dell'economia capitalistica, servirebbe solo a nasconderli.

Il 20 gennaio 2000