Documenti relativi agli accordi LO-LCR

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Testi del 33 congresso di Lutte Ouvrière (da "Lutte de classe" n 77)
dicembre 2003

Dopo il congresso della Ligue Communiste Révolutionnaire, il congresso di Lutte Ouvrière dei giorni 6 e 7 dicembre 2003 ha approvato la proposta delle direzioni delle due organizzazioni di presentare delle liste comuni alle elezioni regionali e poi europee del 2004. Pubblichiamo qui di seguito il protocollo d'accordo tra le due organizzazioni, e anche il testo della dichiarazione d'intenti comune per le elezioni regionali. Questi due testi sono stati votati dal congresso della Ligue Communiste Révolutionnaire del 30 ottobre al 2 novembre 2003 e dal congresso di Lutte Ouvrière dei 6 e 7 dicembre 2003.

Le due organizzazioni si sono anche accordate su un testo di dichiarazione d'intenti per le elezioni europee che sarà pubblicato ulteriormente, poiché la data di queste elezioni è fissata a giugno.

Le due dichiarazioni d'intenti potranno ancora essere modificate secondo l'attualità, ma l'orientamento generale sarà quello che è stato deciso di comune accordo.

Dichiarazione d'intenti comune Ligue Communiste Révolutionnaire-Lutte Ouvrière per le elezioni regionali

Queste elezioni regionali sono l'occasione per milioni di lavoratori di rifiutare la degradazione della loro vita quotidiana e di affermare la loro opposizione alla politica di aggressione condotta dal governo Chirac-Raffarin e dal gran patronato. Queste permetteranno ai lavoratori di esprimere gli obbiettivi indispensabili da imporre nelle future lotte.

Non passa giorno senza che siano annunciati nuovi attacchi contro i lavoratori e i disoccupati. Nessuna regione è risparmiata. I piani di licenziamenti si moltiplicano e alcuni dipartimenti si trasformano in deserti industriali. La disoccupazione aumenta regolarmente. I salari non riescono a seguire l'aumento dei prezzi. I giovani e le donne sono le prime vittime del lavoro precario e del lavoro part-time imposto. La nuova legislazione sulle pensioni conduce ad un aumento della durata del lavoro e alla riduzione delle pensioni pagate. Il governo rimette in discussione le ferie e se la prende con la riduzione del tempo di lavoro, il che peggiorerà lo sfruttamento di milioni di lavoratori.

Ciò che il governo chiama "riforme" è un attacco contro le classi popolari. Per soddisfare il gran patronato, impone di forza dei provvedimenti che, tutti, comportano conseguenze gravi e qualche volta drammatiche, in particolare per i ceti più poveri.

Col pretesto del disavanzo della previdenza sociale, il governo ha aumentato il ticket ospedaliero e sopprime i rimborsi di un numero crescente di medicine.

Ha spinto l'ignominia fino a ridurre ad un massimo di due anni il pagamento del "sussidio specifico di solidarietà" destinato ai disoccupati in fine di diritti, condannandoli al reddito minimo di inserzione, cioè alla povertà. Il governo rifiuta di aumentare i sussidi sociali minimi. Diminuisce le imposte sul reddito, cosa che favorisce i più ricchi. Ma aumenta le tasse, le imposte indirette che colpiscono innanzitutto i ceti popolari.

Gli aiuti e le sovvenzioni al padronato aumentano il disavanzo dello Stato. Di conseguenza il governo taglia i crediti per gli ospedali, per le case di riposo che non hanno più i mezzi per assumere un personale in numero sufficiente. Quest'estate, questa situazione è stata responsabile di 15000 morti, la più grande catastrofe che il paese abbia conosciuto dalla fine della guerra. Questo è almeno omicidio colposo. E di più, il governo osa approfittare dell'emozione così creata per sopprimere un giorno festivo per i salariati.

Rifiuta agli insegnanti i mezzi per assicurare ai bambini e ai giovani delle scuole pubbliche un'educazione decente.

I servizi pubblici, le scuole, gli uffici postali, gli ospedali chiudono nei quartieri popolari e nelle campagne. Perfino i pompieri mancano di materiale. I progetti di riforma del governo Raffarin in materia di decentramento aggravano le disuguaglianze e la situazione di milioni di persone nelle regioni più sfavorite.

Quelli che dirigono lo stato e l'economia saccheggiano e rovinano la società per garantire i profitti del gran patronato. L'organizzazione capitalistica dell'economia mondiale riduce alla miseria milioni di esseri umani per accumulare ricchezze allucinanti nelle mani di una minoranza. Sono gli Stati e le multinazionali che dettano legge. La ricerca del massimo profitto minaccia la natura e l'ecosistema. Fa gravare sulla popolazione il rischio nucleare così come il rischio industriale, di cui i lavoratori delle imprese pericolose o inquinanti sono le prime vittime.

Ne abbiamo abbastanza di una politica che condanna sette milioni di lavoratori a vivere con redditi al di sotto della soglia della povertà.

Vogliamo una società di cui siano bandite ogni oppressione e ogni discriminazione, tutte le violenze contro le donne, in cui siano rispettate le libertà democratiche, che si abbiano o no i permessi di soggiorno in regola. Denunciamo le leggi di pubblica sicurezza di Sarkozy.

Per porre fine ai drammi individuali e collettivi provocati da questa regressione sociale, bisogna togliere al padronato e ai finanzieri la dittatura che esercitano sull'economia.

Sì, ci vogliono provvedimenti di emergenza !

Bisogna garantire l'occupazione, cominciando col vietare i licenziamenti collettivi nelle imprese che fanno profitti, pena la loro requisizione. Nelle grandi imprese che si pretendono in difficoltà, bisogna prelevare sui capitali investiti in altri posti, sulla fortuna personale dei padroni e dei grossi azionisti, per garantire i salari dei lavoratori.

Bisogna farla finita con gli sgravi degli oneri sociali padronali e sopprimere le sovvenzioni date alle imprese. Bisogna che con il denaro così risparmiato, lo stato crei i posti di lavoro utili che mancano negli ospedali, nelle case di riposo, nella pubblica istruzione, nei trasporti pubblici.

Bisogna cessare tutte le privatizzazioni ed estendere il servizio pubblico su tutto il territorio e alle imprese che fanno profitti sui bisogni elementari della popolazione : distribuzione dell'acqua, industrie farmaceutiche. Bisogna anche che lo Stato assuma direttamente lavoratori per costruire abitazioni con affitti convenienti, asili nido e doposcuola, installazioni collettive nei quartieri popolari.

Bisogna riaumentare il tasso dell'imposta sui benefici, come anche sulle fasce superiori dell'imposta sul reddito ; tassare più pesantemente le speculazioni borsistiche e sopprimere le imposte indirette che colpiscono più i poveri che i ricchi.

Tutte queste misure implicano di rendere pubblici ed accessibili ai lavoratori e alla popolazione i veri conti delle grandi imprese, private o pubbliche, così come i conti bancari dei grandi azionisti. I salariati, i consumatori, tutta la popolazione potrebbero così avere un controllo sul loro funzionamento, che oggigiorno resta segreto.

Queste misure di emergenza sociale, saranno le lotte collettive ad imporle. Coloro che hanno fatto sciopero e manifestato la primavera scorsa hanno mostrato la strada da seguire.

Votando per la nostra lista, potrete fare con la vostra scheda elettorale un gesto politico, un incoraggiamento per le lotte come per tutti quelli che vogliono agire per i diritti dei lavoratori e per mettere fine alla tirannia dei grossi azionisti e della Borsa.

La politica del governo, sostenuto dalla destra, va rigettata.

Quanto a Le Pen, è il nostro peggiore nemico. Questo miliardario vuole aggravare questa politica di regressione sociale, attaccando ancora di più i lavoratori e cominciando dagli immigrati.

Ma la volontà di dare una battuta d'arresto alla politica attuale non può esprimersi con un voto per i partiti che hanno sostenuto il governo Jospin. Questi vogliono proseguire con la stessa politica che hanno condotta quando erano al potere : moltiplicare i regali ai padroni, lasciar passare i licenziamenti, privatizzare i servizi pubblici. Oggi all'opposizione, rifiutano finanche di impegnarsi ad annullare, se tornano al potere, tutte le misure antipopolari decise dalla destra.

Votare per le liste LCR-LO (o LO-LCR) ha questo significato :

- Approvare un piano di emergenza contro la disoccupazione, la precarietà e la miseria ;

- Votare contro la politica del governo Chirac-Raffarin e i partiti di destra ;

- Rigettare radicalmente l'estrema destra e fare da contrappeso a Le Pen e al Fronte Nazionale ;

- Sconfessare i partiti dell'ex sinistra plurale e la politica che hanno portato avanti quando erano al governo.

Votando per le liste guidate da LO e la LCR (o LCR e LO), potete eleggere nei consigli regionali donne e uomini che vi rappresenteranno gli interessi dei lavoratori, saranno fedeli ai loro impegni e saranno con voi per preparare le lotte collettive di domani.

Protocollo d'accordo Lutte Ouvrière-Ligue Communiste Révolutionnaire per la presentazione di liste comuni alle elezioni regionali ed europee

I rappresentanti delle direzioni rispettive di Lutte Ouvrière e della Ligue Communiste Révolutionnaire, incaricati di stabilire le basi di liste comuni LO-LCR per le elezioni regionali ed europee del 2004, si sono messi d'accordo sui punti principali degli assi di campagna e sul quadro in cui dovranno svolgersi, con riserva dell'accordo definitivo dei rispettivi congressi delle due organizzazioni.

Le due organizzazioni si oppongono alla cosiddetta politica di "riforme" del governo che è una politica di aggressione contro i lavoratori. Nella dichiarazione d'intenti e gli interventi comuni, esse intendono privilegiare i seguenti punti :

Per porre fine ai drammi individuali e collettivi che sono la disoccupazione e la precarietà, bisogna imporre misure davanti alle quali gli interessi particolari della grande borghesia devono farsi da parte. Bisogna :

- Togliere al padronato e ai finanzieri il potere assoluto che esercitano sull'economia. La condizione è la soppressione dei segreti bancario e commerciale, la trasparenza sui conti delle imprese, pubbliche come private, affinché ognuno possa accedervi e verificare da dove vengono i soldi e dove vanno.

- Vietare i licenziamenti collettivi nelle imprese che fanno profitti, pena la requisizione di queste stesse imprese.

- Prendere sugli enormi profitti del gran padronato per creare le centinaia di migliaia di posti di lavoro utili che oggi mancano nei servizi pubblici che bisogna non solo difendere, ma estendere : gli ospedali, la pubblica istruzione, i trasporti pubblici, le poste, l'elettricità, ma anche per costruire alloggi ad affitti convenienti, case di riposo per la vecchiaia, asili nido e doposcuola indispensabili per le donne lavoratrici, installazioni collettive nei quartieri popolari.

- Rigettare le leggi Raffarin-Fillon sulle pensioni ed ogni tipo di attacco alla previdenza sociale.

Al di fuori di questo asse prioritario che deve apparire come tale nella dichiarazione d'intenti delle elezioni regionali così come delle europee, le due organizzazioni difendono anche :

- Un piano di aumento dei salari e di difesa del potere d'acquisto.

- Il rifiuto delle leggi di pubblica sicurezza di Sarkozy e l'uguaglianza dei diritti tra donne e uomini, lavoratori immigrati e francesi.

- L'affermazione della solidarietà con le lotte antimperialiste e la denuncia dell'organizzazione capitalistica dell'economia su scala mondiale, che riduce alla miseria milioni di persone per accumulare ricchezze allucinanti tra le mani di una minoranza e provoca disastri irreparabili sull'ambiente e la natura.

Quanto alle elezioni europee, oltre agli assi esposti qui sopra, esprimeremo la nostra opposizione alla politica delle istituzioni europee che prolunga e completa quella dei governi nazionali e che consiste ad aiutare le grandi imprese e a livellare dal basso la legislazione del lavoro e i salari.

Contro i "sovranisti" di destra e di sinistra, affermiamo che siamo a favore di un'Europa unificata da un capo all'altro del continente, degli Stati-Uniti socialisti d'Europa, sbarazzati dalle frontiere come dalla dittatura dei gruppi industriali e finanziari. Ci opponiamo all'attuale Unione Europea, fatta nell'interesse del gran capitale, alle sue istituzioni, alle sue leggi, alla sua costituzione in gestazione, così come ci opponiamo alle istituzioni della borghesia francese.

Le liste, alle elezioni regionali ed europee, saranno delle liste LCR e LO, intitolate "Ligue Communiste Révolutionnaire e Lutte Ouvrière" o "Lutte Ouvrière e Ligue Communiste Révolutionnaire" a secondo di chi sarà capolista, senza nessuna altra indicazione o sottotitolo. I capolista saranno dei responsabili delle nostre due organizzazioni.

Nel caso in cui gruppi o militanti vogliano aderire alle liste comuni Lutte Ouvrière-Ligue Communiste Révolutionnaire, potranno farlo se accettano il quadro fissato dal presente accordo così come il titolo delle liste e il testo della dichiarazione d'intenti comune.

Le nostre due organizzazioni decideranno di comune accordo, su scala nazionale, di accogliere o meno questi gruppi e di garantire la loro partecipazione sulle liste o nella campagna, con riserva che approvino le posizioni politiche esposte nella dichiarazione d'intenti, nella sua parte nazionale così come nelle sue parti locali.

La dichiarazione d'intenti nazionale viene stesa dalle delegazioni delle nostre due organizzazioni. Per tenere conto della situazione di certe regioni, adattamenti locali o regionali del testo nazionale della dichiarazione d'intenti possono essere previsti. Questi adattamenti non dovranno rappresentare che una frazione poco importante del testo nazionale e saranno discussi nell'ambito degli incontri tra le nostre due delegazioni e decisi centralmente.

Laddove la nostra lista raggiungerà il 10% necessario per mantenersi al secondo turno, si manterrà. L'unica eccezione potrebbe eventualmente essere il caso in cui, conto tenuto dei rapporti di forza esatti calcolati secondo i risultati del primo turno, ci sia un rischio che il FN possa prendere la direzione della regione contro una lista di sinistra. Il caso di una lista di destra opposta ad una lista del FN non costituisce un caso d'eccezione alla regola generale del mantenimento al secondo turno, e neanche il caso di una cosiddetta lista di fronte repubblicano. La valutazione della situazione e l'eventualità andranno discusse e decise di comune accordo al livello nazionale.

Quando la nostra lista non raggiungerà il 10%, non darà indicazioni di voto al secondo turno.

Escludiamo, qualunque siano le circostanze, ogni fusione delle nostre liste con le liste della sinistra o dei Verdi. Nel caso in cui, nel caso accennato qui sopra, il FN potesse vincere contro una lista della sinistra, le due direzioni discuterebbero e deciderebbero di comune accordo dell'evenienza di chiamare a votare per una lista di sinistra. Le nostre due organizzazioni conduranno questa campagna rispettando i criteri di uguaglianza nella ripartizione delle regioni e dei capolista, per le elezioni regionali da una parte, per le elezioni europee dall'altra. I finanziamenti della campagna comune saranno divisi ugualmente. Le apparizioni nell'ambito delle iniziative comuni rispetteranno anche questo principio di uguaglianza.

Due progetti di dichiarazione d'intenti, uno per le regionali, l'altro per le europee, sono allegati al presente accordo, essendo inteso che potranno essere modificati secondo l'attualità, di comune accordo, dalle due organizzazioni.

LUTTE OUVRIERE

BP 233 - 75865 PARIS CEDEX 18 - FRANCIA

Internet : http://www.union-communiste.org E-mail : contactatunion-communiste [dot] org