A proposito della Russia

Εκτύπωση
Testi del 33 congresso di Lutte Ouvrière (da "Lutte de classe" n 77)
dicembre 2003

Di fronte allo schematismo di alcuni dei suoi discepoli che per corrispondere alla lettera dimenticavano lo spirito ed il metodo dei suoi scritti, Marx amava ripetere: "io non sono marxista".

Potremmo dire la stessa cosa a proposito di Trotsky oggi ?

In particolare per uno dei suoi contributi più importanti alla teoria, l'analisi dello stalinismo e della degenerazione dell'Urss.

C'è bisogno di ricordare il perché della qualifica di Stato operaio degenerato ?

Operaio perché questo Stato continuava a difendere un certo numero di conquiste della rivoluzione proletaria ed in primo lungo l'esproprio delle classi possidenti, esproprio che era preservato grazie al mantenimento dell'abolizione totale della proprietà privata, la nazionalizzazione completa dei mezzi di produzione ed il monopolio del commercio estero. I "caratteri" che ne facevano ancora uno Stato operaio.

Ma degenerato perché il proletariato era stato radicalmente espropriato dal potere politico da parte della burocrazia.

Proseguendo tale analisi, Trotsky qualificava questa burocrazia di casta. In primo luogo per distinguersi da tutti quelli che vedevano nell'Urss una società di classe di un nuovo genere, quella che eventualmente avrebbe succeduto nella storia al capitalismo (oggi possiamo giudicare l'inanità di queste teorie). Ma soprattutto ed in primo luogo per cercare di prevedere quale avvenire o piuttosto quali "avveniri" erano possibili per l'Urss, la burocrazia e la classe operaia. Poiché a cosa serve una teoria se non a dedurre un certo numero di conseguenze possibili ? A maggior ragione una teoria rivoluzionaria ! Ed in più, marxista !

Ed è giustamente in questa visione e previsione del futuro, e nello stesso tempo dei compiti che assegnava al proletariato rivoluzionario, che risiede il valore della teoria trotskista e, se non diffidassimo delle grandi parole, potremmo dire del genio di Trotsky (ma stranamente ciò è dimenticato da alcuni compagni che considererebbero come un'ingiuria il fatto che si osi dire di loro che non sono trotskisti).

Dallo stato instabile della burocrazia, Trotsky deduceva che non poteva che essere rovesciata -e non fra mille anni, ma su una scala storica prevedibile- o dalla rivoluzione politica di un proletariato che avrebbe ripreso il potere (prospettiva a favore della quale militava, evidentemente), o dalla controrivoluzione sociale della borghesia che non solo avrebbe ripreso il potere ma anche restaurato la proprietà privata ed il capitalismo. Tutto qui ? No, certamente.

Trotsky doveva esaminare anche l'ipotesi secondo cui né il proletariato, né la borghesia avessero abbastanza forze per realizzare questo compito a breve scadenza. In questo caso con la stessa logica di queste prime due ipotesi, dedotte dall'analisi secondo cui la burocrazia, casta sociale instabile, non poteva durare a lungo sulla base di uno Stato operaio, ne formulava una terza : che la contro-rivoluzione sociale fosse attuata dalla burocrazia stessa, che avrebbe ristabilito la proprietà privata ed il capitalismo a suo profitto e si sarebbe allora trasformata in borghesia. Per lui, alla vigilia della seconda guerra mondiale e dei giganteschi sconvolgimenti che intravedeva, non era questo il futuro più probabile. Ma l'ha preso in considerazione a più riprese, in particolare in modo chiaro nella sua opera più sviluppata sulla natura dell'Urss e della burocrazia, la rivoluzione tradita.

Ed è esattamente quello che è successo. Dato che né il proletariato, né la borghesia hanno potuto rovesciare lo Stato sovietico (per ragioni che sarebbe troppo lungo discutere in questa sede), fu la burocrazia che a partire dalla fine degli anni 1980 intraprese la controrivoluzione sociale. E riuscì a farlo rapidamente, forse anche al di là delle sue proprie speranze (ricordiamoci come Gorbaciov era cauto durante i primi anni !). In dieci anni, nessuno dei tratti che secondo Trotsky faceva "comunque" dell'Urss uno Stato operaio, era rimasto : ritorno della proprietà privata dei mezzi di produzione, privatizzazione delle imprese all'80%, liquidazione del monopolio del commercio estero.

Perché dire che "alcuni tratti della società sovietica ("sovietica" ? C'è ancora una società "sovietica" laggiù per i compagni che hanno scritto questo paragrafo? Sarà forse un lapsus...) non si spiegano senza una ragionamento basato sulle analisi trotskiste" (progetto di "base programmatica della nostra politica") non è in alcun modo una spiegazione, né una ragione per "non rimettere fondamentalmente in discussione" la nozione di Stato operaio degenerato. Che alcuni tratti della Russia di oggi (la Russia, non l'Urss che non esiste più, sotterrata dalla burocrazia stessa) si spieghino con l'Urss di ieri, questo è certo ! In quale paese del mondo il presente non è spiegato in parte dal passato, soprattutto dal passato immediato, ma anche da quello più lontano ? Alcuni storici trovano (e non necessariamente a torto) nella Francia di oggi e nel suo Stato, tratti... del colbertismo. Ognuno capisce che per definire la natura dello Stato bisogna riferirsi ai tratti fondamentali del momento, non alle tracce necessariamente presenti di ieri, dell'altro ieri o di un secolo fa. E la Russia di oggi ha certamente perso tutti i tratti essenziali che secondo Trotsky stesso, facevano dell'Urss uno Stato operaio degenerato.

Certo, possiamo aggiungere innumerevoli superlativi a questa caratterizzazione, come è stato fatto in occasione di un recente circolo Lev Trotsky sull'Urss ("uno Stato operaio degenerato... in decomposizione avanzata"), l'accumulo di parole non cambia nulla al fatto che c'è stato un salto (all'indietro) qualitativo nella natura della società russa in questi ultimi quindici anni. Non vederlo vuol dire rifiutare di guardare e di analizzare la realtà, ciò che è il primo principio del metodo marxista... e trotskista. Non rendiamoci ridicoli gravando la nostra cecità nel marmo degli statuti.

Proposta di mozione

Fu l'analisi trotskista a permettere di capire la natura della controrivoluzione portata avanti dalla burocrazia stessa alla fine degli anni '80 e che è approdata alla fine dell'Urss ed alla restaurazione della proprietà privata e del capitalismo. Questa controrivoluzione ha liquidato il sedicente "campo socialista" e riportato tutti i paesi che formavano l'Urss in seno al mondo borghese ed imperialista. I proletari di tutti questi paesi si trovano adesso essenzialmente in una situazione politica e sociale fondamentalmente simile a quella del resto del proletariato mondiale. E' direttamente contro il capitalismo ed i capitalisti ed uno Stato a loro servizio che adesso devono condurre la loro lotta quotidiana come una lotta di classe di lunga durata. E nello stesso tempo il programma immediato come i compiti a lungo termine dei militanti operai rivoluzionari russi, la ricostruzione di un partito operaio e di una Internazionale Comunista rivoluzionaria, non si distinguono più nelle loro grandi linee da quelli dei militanti operai rivoluzionari del resto del mondo borghese e capitalista.

8 novembre 2003

Questa mozione è stata bocciata dal 97% dei voti del congresso che considera che, malgrado i cambiamenti importanti intervenuti nel corso degli ultimi anni, la burocrazia resta lo strato sociale dominante nel paese e che, dato che il processo controrivoluzionario in corso non è terminato, le analisi di Trotsky sulla natura della società e dello Stato ex-sovietici restano il nostro riferimento programmatico.